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Biosphere 06, Cluster of 3 / Tomas Saraceno, 2009

Albert Einstein affermava che la cosa più bella è dimostrare il lato misterioso della vita, il sentimento profondo che si trova alla sorgente dell’arte e della vera scienza. Lo stesso spirito anima la ricerca di Tomás Saraceno artista argentino, con studio a Berlino, che crea metaforici universi sperimentali che ci permettono di immaginare una realtà diversa da quella in cui viviamo, in cui il pianeta e gli esseri umani possano trovare un nuovo rapporto di scambio produttivo. I suoi lavori, infatti, superano i limiti dell’arte, della scienza e dell’architettura nel tentativo di materializzare utopici spazi di co-esistenza in cui natura e cultura contemporanea non siano in contraddizione. Attraverso lo studio e l’appropriazione di modelli naturali (micro-cosmi come le ragnatele o macro-cosmi come le nuvole che si spostano in cielo o le galassie), con l’ausilio delle più innovative scoperte scientifiche, crea quindi spazi temporanei in cui l’assoluto sembra materializzarsi in spazi fisici che il pubblico può attraversa e vivere in prima persona.

L’allestimento di Biosphere 06, cluster of 3, (2009) nell’architettura verticale delle scale della nuova cantina Antinori di Bargino dimostra la capacità dei lavori di questo artista di trasformarsi portando all’interno dell’architettura non solo la natura, ma l’infinita versatilità delle nuvole. Attraverso forme che evocano la struttura e la leggerezza delle bolle di sapone, catturate però in una compagine architettonica di cavi neri, simile a una ragnatela, Tomás Saraceno sembra rendere stabili e abitabili spazi sospesi e volatili. Questi oggetti sferiformi, chiamati dall’artista “biospheres”, letteralmente sfere che contengono la vita, fermati nella loro vertiginosa ascesa verticale, si posizionano alternativamente vicino e lontano dai visitatori, che vivono nel loro salire e scendere le scale un’esperienza intima e onirica dello spazio . In particolare le Biosfere 06 abitate dalla tillandsia, (una tipologia di pianta che assorbe il suo nutrimento dall’umidità dell’aria crescendo lontana dalla terra), che cresce sospesa su queste bolle leggere sembrano giardini volanti. È come se, fermate nelle scale della cantina portassero all’interno un transitorio spettacolo naturale, un sistema di moduli che evoca un sistema planetario in fugace equilibrio. Queste biosfere nascono nel 2009 per la mostra Biosphere, presentata allo Statens Museum for Kunst, di Copenhagen, in occasione di Rethink, arte contemporanea e trasformazioni climatiche, un progetto attraverso la creazione di un paesaggio di nuvole-città, vivibili e attraversabili dal pubblico sembra interrogarsi su possibili modalità di vita futura, in cui gli esseri umani non radicati sulla terra ma spostandosi sulle biosfere possano superare le contraddizioni e i vincoli imposti dalla società contemporanea.